Le navi che attraversano me suonano canzoni di passaggio cantano rintocchi mi parlano con parole nuove che già conosco. Le avventure che mi raccontano annegano, divampano, serpeggiano saltellando ogni gradino tra immagini nascoste.
Sotto le navi vi sono universi con dune enormi e colori che i miei occhi pigri non sanno immaginare. Vi è una pianta: è la pianta di Venere. È azzurra e verde e osserva senza che io me ne accorga ogni lato della mia bellezza anche quella che non si vede e che si disperde con l’aria.
Questa pianta è un miraggio che incontro quando la cerco e con i fili dei miei poteri materializzo e poi sfuggo. Venere mi guarda e io scappo Venere mi parla e io reagisco Venere mi tocca e io mi chiudo come un riccio raro e disperso vicino a lei.
Respiro e tra bolle vuote torno alle navi fantasma che mi portano via insieme al loro ricordo.
Commenti
Posta un commento